indici di produttività: come misurare le performance industriali in modo efficace

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Nel panorama industriale contemporaneo, monitorare gli indici di produttività non è solo una buona pratica, ma una necessità imprescindibile per ogni azienda che voglia crescere, migliorarsi e rimanere competitiva nel tempo. In un contesto economico in continua evoluzione, caratterizzato da una forte pressione sui costi, dall’accelerazione dei cicli di produzione e da una crescente richiesta di personalizzazione, non basta più “fare bene”: occorremisurare come si lavora, capiredove si può migliorare e agire con tempestività. E qui entrano in gioco ikey performance indicator (KPI), o indici di produttività, che consentono di trasformare dati grezzi in informazioni utili per le decisioni strategiche. 

Gli indici di produttività aiutano a valutare se i processi aziendali stanno funzionando in modo efficiente, se le risorse sono allocate correttamente e se i risultati raggiunti sono allineati con gli obiettivi. Il vantaggio è duplice: da una parte si ottiene un controllo più rigoroso e basato su dati oggettivi, dall’altra si può stimolare una cultura aziendale orientata al miglioramento continuo. 

 

Non esistono KPI universali: ogni azienda ha i suoi 

Una delle prime considerazioni da fare è che non esiste una lista univoca di indici di produttività valida per tutte le aziende. Ogni contesto produttivo ha le sue specificità: ciò che conta per un’azienda metalmeccanica potrebbe essere poco rilevante per una realtà tessile o alimentare. Allo stesso modo, in una grande impresa si possono monitorare decine di KPI, mentre in una PMI può essere più utile concentrarsi su pochi indicatori strategici. 

Ciò che conta davvero è lapertinenza dell’indice rispetto agli obiettivi aziendali. Per questo motivo, la prima fase dell’implementazione di un sistema di misurazione delle performance dovrebbe sempre prevedere un’attenta analisi dei processi e delle priorità dell’impresa. Solo così si potranno selezionare iKPI davvero utili

 

I principali indici di produttività nel mondo industriale 

Vediamo ora quali sono alcuni degli indici di produttività più diffusi e significativi, suddivisi per area funzionale, con una breve spiegazione della formula e un range di riferimentoche può aiutare a interpretarne correttamente il valore

Produzione 

  • OEE – Overall equipment effectiveness 

Formula: OEE = disponibilità × performance × qualità 

Range target:> 85% è considerato eccellente, 60-85% buono, < 60% critico 

È l’indicatore più completo per valutare l’efficienza degli impianti. Tiene conto del tempo effettivo di utilizzo, della velocità di produzione e della qualità dei prodotti. 

  • Tasso di difettosità 

Formula: (Numero prodotti difettosi / Totale prodotti) × 100 

Range target:< 1% in settori industriali maturi 

Indica la qualità del processo produttivo. 

  • Takt time 

Formula: Tempo disponibile per la produzione / Domanda del cliente 

Range target: dipende dalla capacità produttiva vs. domanda 

Aiuta a sincronizzare la produzione con la richiesta di mercato. 

Logistica 

  • Lead time di produzione 

Formula: tempo totale tra l’ordine e la consegna 

Range target: dipende dal settore, ma unariduzione costante è sempre positiva 

Misura la reattività dell’azienda nel soddisfare gli ordini. 

  • Indice di rotazione del magazzino 

Formula: Costo del venduto / Valore medio delle scorte 

Range target:> 6 rotazioni annuein settori dinamici 

Indica quanto efficacemente si utilizzano le scorte. 

  • Tasso di consegna puntuale (OTD – On time delivery) 

Formula: Ordini consegnati puntualmente / Totale ordini × 100 

Range target:> 95% 

Misura l'affidabilità logistica. 

Manutenzione 

  • MTBF – Mean time between failures 

Formula: Tempo totale di funzionamento / Numero guasti 

Range target: più alto è, meglio è 

Misura l’affidabilità delle macchine. 

  • MTTR – Mean time to repair 

Formula: Tempo totale di riparazione / Numero guasti 

Range target:il più basso possibile 

Misura la rapidità con cui si interviene su un guasto. 

 

I principali indici per le risorse umane 

Per leggere e interpretare correttamente questi indicatori, non basta conoscerne la formula: è fondamentale comprenderne il significato nel contesto operativo dell’azienda. Ogni indice racconta una parte della storia produttiva: rivela punti di forza, segnala inefficienze, suggerisce margini di miglioramento. Non si tratta di numeri fini a sé stessi, ma di strumenti concreti per chi prende decisioni. Un buon KPI, infatti, non è solo misurabile: è utile, leggibile e attivabile. E proprio in questa capacità di “accendere un’azione” risiede il suo vero valore strategico. Se finora abbiamo visto indicatori legati alla produzione, alla logistica e alla manutenzione, è importante sottolineare che anche il fattore umano  gioca un ruolo determinante nella produttività complessiva di un’azienda. Le persone sono il motore dei processi: la loro motivazione, competenza e continuità operativa influenzano direttamente l’efficienza e la qualità dei risultati. Per questo, monitorare alcuni KPI relativi alle risorse umane non è solo utile, ma necessario per comprendere appieno le dinamiche aziendali. Di seguito, presentiamo alcuni tra gli indici più significativi per valutare il contributo del capitale umano alla performance complessiva. 

  • Produttività per dipendente 

Formula: Fatturato / Numero dipendenti 

Range target: varia per settore; utile confrontare con benchmark nazionali 

Misura la capacità di ciascun lavoratore di generare valore. 

  • Assenteismo 

Formula: (Ore di assenza / Ore lavorabili totali) × 100 

Range target:< 3% 

Un tasso elevato può indicare problemi organizzativi o motivazionali. 

  • Employee turnover 

Formula: (Numero uscite / Totale dipendenti) × 100 

Range target:5-10% annuo 

Un indicatore utile per valutare la fidelizzazione e il clima aziendale. 

 

Ogni quanto monitorare gli indici di produttività? 

Anche in questo caso, non esiste una regola fissa. La frequenza con cui vengono raccolti e analizzati gli indici di produttività dipende da diversi fattori: il tipo di KPI, la variabilità del processo, le dimensioni aziendali, le risorse disponibili per l’analisi dei dati. 

In generale: 

  • KPI critici(come l’OEE, il tasso di difettosità o il takt time) andrebbero monitoratiin tempo reale o su base giornaliera

  • KPIgestionali o strategici(come produttività per dipendente, fatturato per linea, turnover) possono essere aggiornati mensilmente o trimestralmente

  • È utile prevederecruscotti visuali (dashboard)per rendere i dati accessibili e leggibili da tutti i livelli aziendali. 

L'importante è non limitarsi a raccogliere i dati: vannointerpretati, confrontati nel tempo e utilizzati per prendere decisioni concrete

 

Gli indici di produttività come bussola per il miglioramento 

Gli indici di produttivitàrappresentano una delle leve più potenti per guidare l’evoluzione delle imprese manifatturiere. In un contesto dove l’efficienza, la qualità e la rapidità di risposta al mercato fanno la differenza, conoscere le proprie performance, e soprattutto agire per migliorarle, non è più un’opzione, ma un obbligo. 

L’adozione di KPI adeguati e ben calibrati sulle caratteristiche aziendali consente alle imprese dianticipare i problemi, di rendere visibili gli sprechie di stimolare l’innovazione continua. Anche nelle PMI italiane, spesso più lente ad adottare sistemi strutturati di misurazione, l’inserimento progressivo di questi strumenti può fare la differenza tra stagnazione e competitività. 

Ogni imprenditore, ogni responsabile di produzione, ogni manager dovrebbe chiedersi oggi: sto monitorando i giusti indici di produttività?E soprattutto:sto usando quei dati per migliorare davvero la mia azienda? Gli indici contano davvero solo se guidano azioni concrete di cambiamento e vantaggio competitivo. 

Scopri assieme a noi quali KPI fanno davvero la differenza per la tua azienda per trasformali in azioni concrete di miglioramento!

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